Rifiuti bituminosi in Cigéo

Pericoli e incoerenze

I cosiddetti rifiuti “bituminosi” sono stati prodotti a partire dalla metà degli anni ’60 negli stabilimenti di Marcoule (30) e La Hague (50). I “fanghi” radioattivi, ottenuti per filtrazione e concentrazione di elementi rilasciati dalle centrali nucleari, sono stati messi in fusti e rivestiti di bitume. Questo metodo di contenimento è più semplice e, soprattutto, molto più economico della cementazione o della vetrificazione. Ma anche molto più rischioso. Perché conferisce a questi rifiuti (75.000 confezioni nel 2009, 9.700 tonnellate di bitume puro (vedi 1.)) caratteristiche che li rendono particolarmente pericolosi:

* Producono gas infiammabili (in media 10L/anno/confezione), in particolare idrogeno, un gas altamente esplosivo;
* Possono prendere fuoco perché il bitume è un combustibile. Il bitume può prendere fuoco perché il bitume è un combustibile. Il bitume emette fumo molto nero e grandi quantità di fuliggine quando brucia;
* Il bitume può gonfiarsi nel tempo, sotto l’effetto delle radiazioni (vedi 2.) (fino al 70% del suo volume iniziale) ma anche a contatto con l’acqua (vedi 3.). Queste deformazioni possono danneggiare gli involucri, causare perdite o lo scoppio dei tamburi;
* A seconda del contenuto del fusto e della distribuzione delle sostanze al suo interno, questi rifiuti possono produrre calore attraverso le cosiddette reazioni “esotermiche”. La temperatura interna di queste confezioni può aumentare fino a quando non si infiammano da sole.

75.000 pacchetti a 500 metri sottoterra

Buste di rifiuti che possono infiammarsi… che producono gas esplosivi… che possono essere
soggetti a deformazioni, perdite e scoppi nel tempo: i pericoli insiti nei rifiuti bituminosi
sembrano ovvie.
Se solo una di queste 75.000 confezioni prende fuoco, in 20 minuti e con solo il 20% della fuliggine generata, i filtri dei sistemi di ventilazione nel loro magazzino si intasano (vedi 4.). Senza ventilazione, l’idrogeno causerà incendi ed esplosioni.
E con l’opacità dovuta alla fuliggine e al fumo, qualsiasi intervento sarà estremamente difficile. Per non parlare del rischio di propagazione dell’incendio alle confezioni adiacenti. Nel 2017 e nel 2018 le autorità hanno chiesto ad Andra (vedi 5.) di neutralizzare la pericolosità degli imballaggi dei rifiuti bituminosi o di rivedere il progetto di Cigéo (vedi 6.).

Qual è la situazione attuale?

A pochi mesi dalla presentazione della domanda di autorizzazione per la creazione di Cigéo, a che punto siamo? Un gruppo di lavoro, incaricato dall’ASN, ha esaminato la questione (cfr. 7.) .
Senza una conoscenza precisa di ogni barile (il suo contenuto, la distribuzione dei materiali e la sua età), senza controlli ed esami approfonditi, è impossibile conoscere, e quindi controllare i rischi che rappresentano. Non sappiamo però cosa ci sia in questi fusti, che sono molto diversi tra loro e soggetti a fenomeni fisico-chimici difficili da studiare.
Inoltre, viene confermata la possibilità che un incendio si propaghi da un pacchetto all’altro. E i mezzi di estinzione forniti da Andra non saranno sufficienti.
La conclusione raggiunta nel 2019 è chiara: rendere questi rifiuti meno pericolosi prima di seppellirli è impossibile e soprattutto troppo costoso allo stato attuale delle conoscenze.

Quale soluzione rimane?

Revisione del progetto delle celle di stoccaggio di Cigéo. Andra ha avviato studi in questa direzione, ma quando è stata interrogata sulla questione alla fine del 2019, l’agenzia non ha fornito nulla sui loro progressi. La revisione commissionata dall’ASN raccomanda di aggiungere qualche centimetro di spessore ai contenitori in cemento. E anche di aspettare un po’ prima di mettere i pacchetti di asfalto a Cigéo. Tanto più che, a tutt’oggi, non esistono imballaggi per il trasporto di questi imballaggi per i rifiuti di asfalto proprio a causa delle difficoltà di progettazione inerenti alla loro natura molto particolare (cfr. 8.).

Laure Barthélemy e Bertrand Thuillier

Note:

1. Inventario nazionale dei materiali e dei rifiuti radioattivi Edizione 2009
2. Tesi di M. Mouazen, pagina 179
3. Tesi di Caroline Pichon, Appendice A,xi
4. Rapporto IRSN n°2017-00013, volume 2, pagina 82
5. Agenzia nazionale per la gestione delle scorie radioattive, leader del progetto Cigéo
6. Avviso IRSN n. 2017-00190 del 15 giugno 2017 e avviso ASN n. 2018-AV-0300 dell’11 gennaio 2018
7. Riesame esterno della gestione dei rifiuti d’asfalto – Relazione finale, 28 giugno 2019
8. Avviso IRSN n°2019-00129, pagina 8

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