Bure: Attivistx anti-Cigéo finalmente liberx di vedersi [articolo Reporterre.net – banda di malviventx]

Articolo originariamente pubblicato su Reporterre.net il 23 dicembre 2020 / da Justine Guitton-Boussion.

“Stavamo vivendo in un incubo senza rendercene più conto, e all’improvviso ci svegliamo.” Per questa donna coinvolta nell’inchiesta contro dieci persone mobilitate contro il progetto d’infossamento delle scorie radioattive di Cigéo a Bure (Lorena), martedì 22 dicembre 2020 è la data del suo ritorno in libertà. Il suo controllo giurisdizionale è stato appena parzialmente revocato.

A lei e ai suoi amici vengono rimproverati diversi fatti, raccolti nello stesso dossier: organizzazione di una manifestazione non dichiarata, partecipazione a una manifestazione non dichiarata, possesso di ordigni incendiari… Erano sotto controllo giudiziario, dal giugno 2018 per la maggior parte.

“Tecnicamente, il loro controllo giudiziario è mantenuto [gli/le imputatx devono ancora fare rapporto regolarmente al Servizio Penitenziario d’Inserzione et di Libertà Vigilata, ma gli obblighi più restrittivi sono eliminati, compreso il divieto di vedersi, e le restrizioni territoriali”, ha detto Muriel Ruef, uno degli avvocati degli/le imputatx.

A questx amicx era vietato vedersi, chiamarsi e scriversi.

Dal 2018 non potevano più vedersi, chiamarsi o anche scriversi. “È difficile convivere con il fatto di dover evitare le persone, per assicurarsi che le persone che conosci molto bene non si trovino in un posto dove vuoi andare”, ha detto uno dex sospettx. “Ora posso finalmente chiamare i miei amici e chiedere loro come stanno. “

“Non mi rendo conto”, esulta un’altra intervistata. “Mi sto gradualmente rendendo conto di quanto sarò in grado di fare di nuovo – anche solo per andare a Bure, e rivedere la gente! Ho perso il contatto con la gente.”

Questa parziale revoca dei loro divieti segue la fine dell’inchiesta giudiziaria, ufficialmente chiusa il 2 dicembre 2020. “Siamo ancora a tre anni e mezzo dall’inizio dell’indagine, era ora che finisse”, ha detto Muriel Ruef a Reporterre all’epoca.

Il giudice istruttore ha trasmesso il dossier al pubblico ministero, che ha emesso le sue requisizioni. Queste non sono al momento note, perché rientrano nella segretezza dell’indagine. L’ultima parola andrà comunque al giudice istruttore: solo lui deciderà tra qualche mese sulle accuse da prendere in considerazione e se tenere o meno un processo contro questi dieci attivisti anti-Cigéo.

Misure straordinarie messe in atto contro gli/le attivistx

Nel frattempo, la decisione di revocare la revisione giudiziaria di questx attivistx, presa dal giudice istruttore, non è chiaramente a genio all’accusa, che ha presentato ricorso in appello nel giro di poche ore. “Tutto questo caso è un attacco politico”, ha detto Matteo Bonaglia, uno degli avvocati degli imputati, “questo appello è la continuazione di quello che è stato fatto fin dall’inizio. Tuttavia, questo ricorso non è sospensivo della revoca parziale del controllo giurisdizionale, in attesa della decisione della Corte d’Appello.

Negli ultimi tre anni e mezzo sono state adottate misure straordinarie contro gli attivisti: decine di persone sono state intercettate, migliaia di discussioni sono state trascritte, più di 85.000 conversazioni e messaggi sono stati intercettati e la durata delle sorveglianze telefoniche cumulate è di più di 16 anni.

Allo stesso tempo, il progetto d’infossamento delle scorie radioattive di Cigéo continua ad andare avanti. All’inizio di agosto, l’Agenzia nazionale per la gestione delle scorie radioattive (Andra) ha presentato la domanda per il progetto di utilità pubblica (DUP). Il dossier è all’esame dei servizi statali presso il Ministero della Transizione Ecologica. Se il DUP viene accettato, Andra potrebbe procedere con le espropriazioni.

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