Articolo pubblicato su lille.indymedia.org
Nel maggio di quest’anno, il detenuto anarchico Alfredo Cospito è stato trasferito al regime di isolamento 41bis. Il metodo di tortura della privazione sensoriale mira a spezzare il suo spirito ribelle e a metterlo a tacere. Per ottenere la rimozione delle condizioni di isolamento, il nostro compagno ha iniziato uno sciopero della fame illimitato il 20 ottobre. Il 1 dicembre – al giorno 42 di sciopero della fame – una revisione delle condizioni di detenzione ha deciso di continuare la procedura di tortura. Se lo Stato fascista italiano persiste nella sua pratica di isolamento, Alfredo potrebbe non vedere la fine di quest’anno. Ma la sua morte non sarà un suicidio: sarà l’omicidio sotto tortura di una giustizia politica vendicativa.
Impediamo questo omicidio
La forma più appassionata di solidarietà rivoluzionaria è continuare le lotte per le quali i/le nostri/e compagni/e sono dietro le sbarre. È con questo spirito che domenica 11 dicembre, durante un’azione di sabotaggio notturna, siamo andati su un pilone della linea ad altissima tensione Fessenheim-Parigi e abbiamo svitato i bulloni. Il pilone è ancora in piedi, ma la sua statica è chiaramente compromessa. Lasciamo che la nostra rabbia rivoluzionaria si allei con la natura e che una tempesta invernale faccia il resto!
Alfredo ha sempre collegato la questione della rivoluzione sociale con quella dell’ecologia e, attraverso le sue parole e le sue azioni, ha collegato il saccheggio ecocidario del nostro pianeta con la lotta contro i poteri dominanti, lo sfruttamento e l’oppressione. Nella sua dichiarazione sullo sparo al ginocchio del capo dell’industria nucleare italiana Roberto Adinolfi (ansaldo nucleare) e successivamente in varie dichiarazioni del processo del operazione Scripta Manenta, ha descritto la necessità di radicare una prospettiva rivoluzionaria nel movimento antinucleare. In un prezioso contributo al dibattito, nel 2018 ha parlato anche della lotta contro il progetto CIGÉO di seppellire scorie nucleari nel villaggio francese di Bure, nella Mosa. Riferendosi all’idea di diversità delle tattiche praticate, suggerisce un’intensificazione delle forme di lotta scelte. Questo è uno dei contributi che sono stati successivamente utilizzati per giustificare l’inasprimento delle sue condizioni di detenzione.
Vorremmo quindi riprendere questa idea e continuarla seguendo il filo dell’organizzazione informale e dell’attacco permanente a tutte le infrastrutture dominanti che, a nostro parere, ci hanno già messo in gabbia a vita. E questo senza dissociarci dalle strategie di attacco all’integrità fisica delle persone prese di mira, come lo è stato Roberto Adinolfi; Non con un documento strategico fatto di parole vuote e pompose frasi rivoluzionarie, ma attraverso l’applicazione pratica dell’azione diretta.
La linea elettrica che abbiamo attaccato non è stata scelta a caso. È proprio la linea da 400.000 volt che in futuro fornirà elettricità all’inutile e controverso progetto industriale CIGÉO. Allo stesso tempo, vicino al sito Cigéo, l’operatore della rete pubblica RTE sta progettando di costruire una stazione di trasformazione su un’area grande come 20 campi da calcio, che sarà in grado di soddisfare la sete di energia del mostro nucleare. La Dichiarazione di Pubblica Utilità di quest’estate crea tutte le condizioni legali per l’esproprio dei terreni necessari a questo.
La forma di azione che abbiamo scelto comporta notevoli rischi. Pertanto, pubblicheremo presto un nuovo comunicato stampa con alcune indicazioni tecniche per rendere il più possibile sicura l’esecuzione.
Un abbraccio affettuoso che attraversa mari, confini e muri.
Per tutti/e i/le prigionieri/e in lotta!
La solidarietà è l’attacco!
Rabbia,
Trasmissioni e
Tumulti
Servizio di Disconnessione dei Tralicci di tutti Generi.
19/12/2022
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